Come insegnare ai bambini a dormire da soli: Ecco alcuni consigli.
Ecco qualche utile consiglio per insegnare ai vostri bambini a dormire da soli, sapendo che nell'altra stanza ci sono sempre la mamma e il papà.
Oramai siete abituati ad avere una routine per la nanna del vostro bambino. Nel tardo pomeriggio bagnetto, poi pigiama, cena e pulizia dei denti. Ultimo step è la scelta di un bel libro da leggere prima di dormire nel proprio letto. Ah certo, da non dimenticare anche un bicchiere d'acqua sul comodino, perché potrebbe venire sete durante la notte. Dopo poche pagine, finalmente il bimbo si è addormentato, accendete la luce della notte e vi rilassate anche voi per un momento, prima di andare a letto. Poi eccolo lì, nella notte, che prontamente si presenta nel lettone in compagnia del suo peluche preferito. Perché proprio non riesce a dormire un'intera notte nel proprio letto?
Dormire da soli: come fare
Molti genitori concedono ai figli di dormire nel lettone un po' per stanchezza, un po' per abitudine presa magari nel primo anno di vita del bambino. Quando però i bambini crescono, il distacco dal letto dei genitori, e di conseguenza da mamma e papà, risulta più difficile. I bambini crescono, lo spazio che occupano è sempre più grande e normalmente si muovono tanto durante la notte. In questo modo rendono il sonno dei genitori complicato (e anche il proprio)
Il sonno è una delle cose più importanti per qualsiasi età, quindi il giusto modo per riposare è importante per tutta la famiglia. Per prendere in mano la situazione ci vuole tempo e soprattutto pazienza. Ecco qualche utile consiglio per insegnare al vostro bambino a dormire da solo.
·Non aspettate che il bambino sia troppo stanco. Meglio andare a letto sempre alla stessa ora. La routine è una buona abitudine per insegnarli a dormire da soli.
·Mandatelo a dormire con il suo peluche o la sua bambola preferito. In questo modo sentirà una presenza di fianco e si sentirà al sicuro.
·Lasciate accesa una lucina. In commercio ci sono le luci della notte proprio apposta per i bambini. Alcune hanno anche forme diverse come luna, nuvola o animale preferito
·Leggete storie e favole. In questo modo accompagnerete il bambino fino al momento del sonno
·Dopo i 3 anni, se il bimbo è ancora sveglio dopo le coccole, la storia e la ninna nanna, provate comunque ad allontanarvi e rassicuratelo dicendo che sarete nella stanza accanto
·Se di solito vi sedete sul letto o vi sdraiate accanto a vostro figlio, imparate sedervi su una sedia accanto al letto
·Di tanto in tanto, prendete delle pause per il bagno, in modo che il bambino inizi ad abituarsi a brevi assenze, e potrebbe persino addormentarsi nell' attesa del vostro ritorno
·Trasmetti al tuo bambino fiducia e sicurezza, facendogli capire che è in grado di dormire anche senza mamma e papà accanto. Il suo letto è accogliente, è tutto suo e dormire lì è proprio un passo importante di crescita e di autonomia
· Se, durante la notte, si sposta nel letto bisogna fargli capire che comprendete le sue difficoltà. Provate ad accompagnarlo con calma nel suo letto, senza sgridarlo, prendendosi un po' di tempo per stargli ancora accanto, rassicurarlo e sostenerlo.
·Lodatelo quando riesce a dormire nel suo letto una notte intera.
Non rinunciare al proprio posto nel letto
Spesso, visto che il bambino si muove spesso e si dorme male, uno dei due genitori deve rinunciare al proprio posto nel letto coniugale. Questo sarebbe un grande errore per l'equilibrio della coppia.
Secondo il Dr. Oliviero Bruni, neuropsichiatra infantile, esperto di disturbi del sonno nel bambino, una cattiva qualità del sonno può comportare diversi disturbi che molti non attribuiscono ad una alterazione del sonno:
·ridotte performance scolastiche e problemi di apprendimento: il 28% dei bambini con insufficiente quantità di sonno si addormenta a scuola una volta a settimana; il 22% facendo compiti; il 32% è troppo stanco per fare sport.
·sonnolenza, disattenzione, ridotta memoria di lavoro, scarso controllo impulsi e disregolazione del comportamento rischio traumi accidentali;
·obesità, disturbi metabolici, predisposizione al diabete; aumento rischio di sviluppare ADHD, disturbo oppositivo-provocatorio e disturbi depressivi;
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