Andare a gattoni:lo sviluppo del neonato.
Si tratta, infatti, di una tappa che consente al bambino di acquisire le abilità utili a mantenere la successiva posizione eretta, rafforzando tanto i suoi muscoli quanto la sua fiducia nelle capacità personali.
Non solo: andare a gattoni aiuta il piccolo a prendere confidenza con l’ambiente circostante, permettendogli di studiare e comprendere al meglio le distanze e i possibili pericoli.
Quando inizia il neonato a gattonare?
Andare a gattoni è una tappa indispensabile?
L’atto specifico di camminare carponi, non è una fase obbligata nello sviluppo psico-motorio del neonato. Alcuni non gattonano mai, ma sperimentano altre modalità di movimento, ad esempio spostandosi da seduti con l’aiuto di braccia e gambe, scivolando a pancia in giù, oppure passando direttamente a muovere i primi passi.
Quali accortezze riservare al bambino che sta imparando a gattonare?
Il neonato che impara ad andare a gattoni può facilmente imbattersi nei pericoli domestici: pertanto, la prima attenzione andrebbe riservata proprio alla riorganizzazione degli spazi. In particolare, occorre rimuovere qualsiasi oggetto pericoloso posizionato alla sua altezza (come detersivi, medicinali, vasi e accessori in vetro o in ceramica), usare i copripresa e gli appositi paracolpi, per proteggere il bambino dagli spigoli di tavoli e mobili.Buona norma dovrebbe essere poi quella di non vestire eccessivamente il neonato, evitando gli abiti stretti che ne limitano i movimenti: per gattonare liberamente, il bambino dovrà essere comodo e perfettamente a suo agio.
La domanda che più spesso attanaglia i genitori, comunque, riguarda il loro stesso ruolo: quando il piccolo inizia ad andare a gattoni, bisogna aiutarlo oppure no? Le tesi, in questo caso, sono contrastanti. C’è infatti chi sostiene che aiutare il bambino non sia affatto d’intralcio al suo sviluppo; anzi, questo lo aiuterebbe ad acquisire la sicurezza necessaria e la voglia di sperimentare. Al contrario, altri esperti credono che intervenire durante l’andare a gattoni del piccolo, non permetta a quest’ultimo un’esperienza completa e che la sensazione di essere assistito possa mettere a dura prova la sua sicurezza.
Probabilmente, la verità sta nel mezzo: il bambino non va certo forzato, ma i genitori potranno incoraggiarlo e condividere insieme a lui i progressi raggiunti.
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